Cinema : Arte in movimento

Sartoria Farani : una sartoria senza tempo

In un periodo storico culturalmente movimentato come quello che stiamo vivendo, un gioiello nascosto al centro della città eterna ribadisce con forza quali siano le caratteristiche del made in Italy sostenendo efficacemente l’identità italiana: si tratta della sartoria Farani, fondata dallo speaker radiofonico Piero Farani ed attualmente gestita da Luigi Piccolo. L’attività nasce nel 1962, quando Piero Farani si trasferì a Torino con il fine di lavorare nel mondo radiofonico. La capitale, tuttavia, costituiva in quel periodo una meta molto frequentata e luogo ricco di fermento, collocandosi in un clima che favorì la comparsa di Farani in alcune pellicole e la conseguente conoscenza con i grandi del cinema e del teatro tra cui Zeffirelli. A seguito di una visita alla sartoria Annamode per volere dell’amico Danilo Donati, il Farani riceve una proposta di lavoro che fu da lui accettata. Le grandi produzioni cinematografiche del tempo portarono molto lavoro ed attraverso il Donati e Pier Paolo Pasolini giunse la fama: Farani aprì la sua sartoria, sita in viale Mazzini. Anni più tardi subentrò Luigi Piccolo, a cui il fondatore chiese di mandare avanti la sartoria in quanto mancante di un erede interessato a mantenere l’attività. L’arte del costume italiano è qualcosa di raffinato e unico – è questo che la sartoria Farani, in tutte le sue incredibili lavorazioni, ribadisce: anche gli stranieri lo riconoscono al punto da preferire spesso l’artigianalità italiana a quella estera. Se il passo di un elegante filo è guidato dall’esperto ago attraverso raffinate stoffe, è poi la vivacità del pensiero sempre attuale ad adeguare alle esigenze dei tempi moderni un sapere che è antico: ciò è possibile solo per mezzo di una ricerca continua ed uno studio accorto che dirigono i loro passi in avanti tenendo occhio di riguardo per ciò che si trova alle spalle. Meglio lo esemplificano le parole dello stesso Piccolo: «’Bianco e nero’ non vuol dire vecchio e obsoleto, anzi, c’è un fascino che il colore non ha. Non si possono saltare passaggi fondamentali del mondo cinematografico che sono stilisticamente molto importanti come À bout de souffle con Jean-Paul Belmondo. La cultura, per diventare bravi professionisti del settore, è tutto». Tra i risultati più alti di questa produzione sartoriale troviamo l’oscar del 1969 a Danilo Donati, ottenuto per i costumi di stampo rinascimentale realizzati per il film Romeo e Giulietta di Zeffirelli, e non solo. Attualmente la sartoria vanta un lavoro a livello globale, in particolare verso il Giappone e porta avanti anche collaborazioni importanti nell’ambito dei film contemporanei: con Sofia Coppola per Marie Antoinette, con La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine ed anche con Tim Burton per Alice through the looking glass, ad esempio. Luigi Piccolo, che è anche insegnante di Storia del Cinema allo IED di Roma, ci mostra così come un mestiere affascinante possa significare in questi anni in cui la ricerca del lavoro è diventata l’incubo di giovani ragazzi e ragazze un’occasione importante per molti aspiranti stilisti attraverso la rivalutazione del mestiere del sarto. Un’arte che spesso è trascurata ma che possiede una solida storia alle spalle ed un futuro promettente di cui la sartoria Farani costituisce la guida, in Italia.

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